Cenni critici

Liuteria, una passione di vita

È bello scoprire visitando il nuovo Museo degli Strumenti Musicali dell’Accademia di S. Cecilia a Roma che uno spazio importante è stato dedicato ad un laboratorio di liuteria aperto.
È possibile così osservare il lavoro di manutenzione e di conservazione dei liutai nel loro ambiente circondati da utensili, spesso ancora oggi fatti a mano, che suscitano curiosità.
Questo spazio vivo è stato voluto dalla direzione del Museo e realizzato con grande sensibilità dall’arch. Renzo Piano e proprio qui hanno trovato la loro giusta collocazione gli attrezzi e gli oggetti del laboratorio di Dante Regazzoni.
Il suo ricordo diventa così un omaggio al lavoro di tutti i liutai nel rispetto della tradizione che ha sempre strettamente unito il luogo, gli utensili, i materiali e gli strumenti prodotti.

Dante Regazzoni ha vissuto negli anni del dopoguerra quando la liuteria italiana contava un piccolo numero di liutai e per chi voleva avvicinarsi a quest’arte-mestiere le strade erano pochissime.
La Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona, fondata nel 1938, contava allora un numero di allievi assai limitato, se paragonato a quello odierno, e pochi fortunati ebbero la possibilità di una formazione professionale vera e propria sotto la guida di un maestro.
La strada scelta da Dante Regazzoni è stata quella dettata dalla passione e la sua storia, che lo portò a peregrinare per la Brianza in cerca di consigli e raggiungere Cremona, Roma e Milano per conoscere coloro che segnarono il suo difficile cammino di crescita, è di quelle da raccontare ai tanti giovani che da tutto il mondo vengono in Italia per diventare liutai.
Costruire strumenti era per lui una ricerca continua, le cui tappe sono sicuramente state gli incontri con Pèter Tàtar, Ferdinando Garimberti, Gioacchino Pasqualini e i fratelli Giacomo e Leandro Bisiach, ma anche il confronto con gli altri concorrenti nei diversi concorsi ai quali ha partecipato.
Costanza e desiderio di migliorare sono doti ancora oggi fondamentali per chi si avvia verso questa professione e la lettura di questa monografia sarà preziosa per ricostruire un periodo importante della storia della liuteria italiana.

Virginia Villa
Direttore generale del Museo del Violino di Cremona
già Direttore della Civica Scuola di Liuteria di Milano

Documento tratto da "Il Liutaio Dante Regazzoni" Ed. Cremona Books 2008

Works Critics - UK (pdf)


Dante Paolo Regazzoni

[...] Gli anni settanta, per l’esattezza nel 1976, vedono partecipare Regazzoni alla Prima Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco di Cremona, a dimostrazione, ancora una volta, di una piccola predilezione vi partecipa con due viole e un violino. Dello stesso anno sono due splendidi strumenti: una viola del 1976 ed un violino sull’etichetta di questo strumento si legge alunno di G. e L. Bisiach.
I dettagli della costruzione mostrano una lavorazione meno istintiva, un intaglio e una scultura meno di getto più ricercata. Le punte della viola con i filetti presentano un equilibrio stilistico che ricordano la viola del 1959, la concezione dei due strumenti è la medesima, anche il piazzamento ed il modello dei fori di risonanza costituiscono un tratto comune. La vernice sia della viola che del violino è stesa con maestria ed il colore caldo presenta un’adeguata profondità. Il violino, a differenza della viola, presenta una maggiore saturazione della preparazione delle essenze lignee ben visibile nel fondo dello strumento, dove viene esaltata la bella marezzatura. Nell’anno della partecipazione alla prima Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco Regazzoni mostra piena maturità e il raggiungimento di un equilibrio nelle forme e nelle soluzioni stilistiche. Il lavoro ha una forte identità, gli strumenti costruiti sono frutto della rielaborazione degli insegnamenti, dei modelli e delle forme che soprattutto i Bisiach gli hanno messo a disposizione.

Gli strumenti degli anni ottanta mostrano i ripetuti tentativi nella campo della sperimentazione delle vernici, uno dei sintomi di quella malattia per la liuteria che rese appassionante la vita di Dante Regazzoni.
Continuò a ricercare la buona vernice, la vernice migliore, mai appagato dei risultati raggiunti. Di questi anni troviamo due violoncelli, fra gli unici tre costruiti: uno del 1985 ed uno dell’anno successivo. Nella corrispondenza, come abbiamo visto, con i fratelli Bisiach, in una lettera del novembre 1961 troviamo traccia dei modelli per la costruzione del violoncello che Regazzoni avrebbe richiesto ai liutai milanesi.
Anche in questi strumenti troviamo i segni della grande liuteria italiana del novecento. L’impronta è la stessa che dalla bottega di Leandro Bisiach,attraverso i figli, Andrea, Carlo, Giacomo e Leandro, e ai numerosi allievi ha caratterizzato e rilanciato la liuteria italiana nel novecento.
Dante Regazzoni, da Cortenova Valsassina, ha lavorato in silenzio creando strumenti che a pieno titolo sono testimoni di questa grande tradizione.

Fausto Cacciatori
Liutaio restauratore
Conservatore e membro del Comitato Scientifico del Museo del Violino di Cremona

Documento tratto da "Il Liutaio Dante Regazzoni" Ed. Cremona Books 2008

Works Critics - UK (pdf)


Rassegna stampa

Articolo

Regazzoni, liutaio in Valsassina
Mario Vassena - La Provincia di Lecco - 27 agosto 2017

Articolo

Santa Cecilia si apre ai violini di Regazzoni
Mario Vassena - La Provincia di Lecco - 10 marzo 2007